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ASSOCIAZIONE PER LA PROMOZIONE DELLA CULTURA ENOGASTRONOMICA E LA VALORIZZAZIONE DELLE TECNICHE RISTORATIVE ITALIANE NELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE, HONG KONG E MACAO

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ITALIAN FOOD IN CHINA

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ASSOCIAZIONE PER LA PROMOZIONE DELLA CULTURA ENOGASTRONOMICA E LA VALORIZZAZIONE DELLE TECNICHE RISTORATIVE ITALIANE NELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE, HONG KONG E MACAO

IL PROGETTO

IL PROGETTO

In occasione della presentazione ufficiale del 2018 quale Anno del Cibo Italiano nel Mondo (MIPAF/MIBACT, Roma 20.02.2018) e sulla scorta anche degli spunti emersi dai colloqui in quella sede, nasce l’idea di costituire un Focus Group che in un territorio straniero quale la Cina, molto distante dall’Italia non soltanto geograficamente, possa raccogliere le esperienze di quanti a diverso titolo in Cina si occupano di Cibo Italiano, in tutte le possibili sfaccettature e significati: nutrizione, emozione, conoscenza, condivisione, territorio, ambiente.

Abbiamo immaginato il Cibo italiano come parametro collettivo identitario che si difende e si promuove, soprattutto all’estero in contesti profondamente differenti dall’Italia, attraverso iniziative, azioni e programmi e con un impegno che non si esaurisce in una dimensione individuale o di categoria ma che si avvale di un network di professionalità disparate con in comune la conoscenza di ambienti, risorse e dati.

Senza patenti di paludate esclusività di competenze, senza l’egoistico isolamento dei monopoli di conoscenza, in modalità smart ma anche nel rispetto dei parametri istituzionali.

Lo strumento associativo è parso il più naturale e il più collaudato per raccogliere quanti in Cina – produttori, distributori, giornalisti/blogger, ristoratori, chef, gastronomi, tecnologi alimentari, appassionati cultori della materia e via discorrendo – sono coinvolti nelle dinamiche del settore agroalimentare italiano e possono segnalare esigenze, promuovere istanze, individuare obiettivi, progettare strategie, fuor di retorica patriottica e sul presupposto di una comune consapevolezza del significato del cibo nella dimensione umana.

Pensiamo per la Cina ad una promozione con format innovativi, coinvolgimento di settori contigui al food o anche distanti dal food, parteneriato paritario con gli omologhi cinesi, confronto trasparente con i portatori di interessi e con i decisori locali, consolidati strumenti di reporting, per superare i confini delle distinzioni merceologiche e i limiti degli approcci tradizionali (affollamento di KOL/KOC, assenza di analisi delle ricadute promozionali, dispersive piattaforme di vendita, eventi indifferenziati quanto ad aree geografiche e tipologia di partecipanti, e via discorrendo), in una continua confluenza di analisi, studio, ricerca, formazione, impresa, mercati e in vista di obiettivi condivisi per ciascuno dei quali si attivano attori e si programmano interventi.

Abbiamo deciso di partire dalla conoscenza professionale consolidata del patrimonio gastronomico italiano e della conoscenza professionale acquisita negli ultimi otto anni della cultura alimentare cinese, per tracciare sulle strategie e gli strumenti promozionali l’incidenza di un territorio analizzato da tempo e pervenire a linee di condivisione di modelli educativi. Quello che sta venendo fuori attira tanta attenzione, suscita qualche malcelata invidia ma soprattutto piace e convince italiani e cinesi.  E a noi va bene così.

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